Come si diventa educatore cinofilo?

Prima di scrivere questo articolo ho fatto una ricerca in rete per capire quali risposte trova chi si pone questa domanda:
Sarebbe riduttivo dire che le ho trovate inadeguate… Ed è per questo che ho deciso di prendermi il tempo di dire la mia.

Valori

In questo articolo parleremo di tutto quello che credo vada affrontato per diventare educatore cinofilo:
– Capire cosa vogliamo fare di lavoro
– Cambiare vita
– Acqusire nozioni
– Trasformare le nozioni in competenze
– Lavorare con dignità
– Investire sul proprio futuro
– Quello che ha fatto la differenza per me
Tempo di lettura stimato: 15 minuti

Capire cosa vogliamo fare di lavoro

Prima di intraprendere questo percorso sarebbe meglio essere sicuri che quello che ci aspetta sia davvero quello che vogliamo.
Fin da piccoli siamo orientati a scegliere in base a quello che ci piace studiare. Sei più un tipo da liceo o da istituto tecnico? Se più un tipo da ingegneria o da giurisprudenza? Secondo me questo approccio è sbagliato: non dovremmo orientarci in base allo studio ma in base al lavoro, considerando lo studio lo strumento che ci porterà all’attività professionale. Non dovrebbe essere “voglio fare veterinaria” ma “voglio fare il veterinario“, in quel caso l’università è solo un momentaneo strumento per realizzare la propria ambizione professionale.

Quindi non chiederti se ti piacciono i cani e se ti piacerebbe studiare il comportamento del cane, chiediti se ti piacerebbe fare l’educatore cinofilo di lavoro.

Una volta che ti sei posto la domanda, non sarà difficile darsi una risposta.
Una cosa molto importante da tenere a mente è che l’educatore cinofilo non lavora per i cani, lavora per le persone. Ha sempre in mente l’interesse del cane, ma è la persona che richiede e paga l’aiuto che potremmo dare.
Sarebbe fighissimo ricevere la telefonata di un cane che mi offre 100€ per convincere il proprietario a trasferirsi in campagna, ma non è mai successo.

Ci sono diversi modi di lavorare come educatore cinofilo
Presto scriverò un articolo su quello che fa un educatore cinofilo che, come me, lavora a domicilio come libero professionista.
Solo per darti un’idea, però, devi sapere che a fronte di una media di 3,5 ore di lavoro vero e proprio (quello con il cane e il cliente), passo una media di 2,5 ore al giorno in macchina, e una media di 2 ore al giorno a lavorare al computer. Se non ti piace usare il computer e odi guidare, sarà difficile che la passione per i cani sia una motivazione sufficiente per vivere così… basta saperlo!
L’altro modo in cui è possibile fare l’educatore cinofilo è quello di avere un centro cinofilo o di lavorare in un centro di qualcun altro. Anche in questo caso comunque non è tutto lavoro con il cane: ti troverai davanti tanti lavori di manutenzione e una buona dose di burocrazia da sbrigare. Inoltre queste realtà sono sempre il frutto degli sforzi di un gruppo di persone, per cui è indispensabile avere una propensione al lavoro di gruppo (e di nuovo emerge il lavorare con le persone piuttosto che con i cani).
Infine, buona parte degli educatori cinofili lo fa in un terzo modo: come secondo lavoro. Facendolo in questo modo però è molto difficile anche solo riuscire a rientrare delle spese, per cui lo considererei più un hobby che un lavoro e non ne parlerò in questo articolo.

Se ti interessa approfondire l’argomento della scelta di un lavoro che faccia davvero al caso tuo, ti consiglio questo interessante articolo, è lungo e in inglese, ma se può aiutarti a capire cosa farai nella vita sicuramente ne vale la pena.

Cambiare vita

Se non sono riuscito a dissuaderti con il primo paragrafo, dovrai affrontare quel mare gigantesco che sta in mezzo tra il dire e il fare.

Nessuno di noi è nato educatore cinofilo, perchè la scuola non prevede il binario che porta a questo lavoro, ed è necessaria una discreta dose di coraggio per buttarsi di sotto dal treno su cui stiamo viaggiando verso altre più comode carriere.

Io, per esempio, stavo frequentanto il terzo anno del Corso di Laurea in Fisica e Astrofisica quando ho fatto la rinuncia agli studi per inseguire il sogno di diventare educatore cinofilo.

Io però non ho nessuna intenzione ad aiutarti a rendere più facile questo passo.
Da quel momento in poi sarai costretto a mettere in discussione quella scelta talmente tante volte che è un bene che sia difficile, è un bene che serva una quantità enorme di motivazione per farlo, perché senza quella motivazione ti perderesti sulla strada poco più avanti.
Quindi, per questo punto, nessun consiglio… arrangiati! (lo dico con affetto).

Acquisire nozioni

Questa è la parte su cui concentriamo tutte le nostre attenzioni quando ci chiediamo come si diventa educatori cinofili, e infatti le risposte che ho trovato online digitando questa domanda riguardano tutte questo punto.
Secondo me è solo un piccolo tassello di tutto il quadro che sto cercando di descrivere in questo articolo, nonché quello meno problematico.

Di solito ci si limita a dire che sarebbe meglio fare un corso di formazione, e che sarebbe meglio investire i propri soldi in un corso offerto da persone preparate piuttosto che da improvvisate. Ok, grazie. Proviamo a fare un passo in più con qualche considerazione meno scontata.

Una decina d’anni fa sono venute fuori una serie di ricerche che sostenevano una cosa particolare: il talento è sopravvalutato e per eccellere in qualsiasi campo sono necessarie e sufficienti 10’000 ore di esercizio. Se ti dedichi a diventare educatore cinofilo 8 ore al giorno, tutti i giorni, in meno di 5 anni sarai un esperto.
Su questo sono solo parzialmente d’accordo, ma mi interessa per inquadrare correttamente un corso di formazione: solitamente, un percorso di formazione cinofila dura tra le 50 e le 300 ore. Perché in molti si convincono che per farne un lavoro basterà semplicemente frequentarne uno?

Prima di poterne fare un lavoro (ovvero un attività con cui potersi mantenere) sarà necessario passare ore e ore a leggere e studiare, ore e ore a guardare i cani, ore e ore a esercitarsi con loro, ore e ore a parlare con i professionisti del settore.

Trasformare le nozioni in competenze

In tutto questo però qualcosa di positivo c’è.
Se è vero che per diventare esperti sono necessarie 10’000 ore, per avere più nozioni della media di mercato basta studiare una ventina di libri (e non sono io a dirlo).

Non è necessario avere chissà quale background teorico per poter iniziare a mettere in pratica quello che si sa! E questo è grandioso, perché possiamo trasformare le nozioni in competenze iniziando fin da (quasi) subito a metterle in pratica in ambito professionale.

Partendo dalle cose più semplici, come il dog sitting per esempio, fino a quelle più complesse, possibilmente avendo qualcuno di cui ci fidiamo a supervisionare il nostro lavoro. Non saremo obbligati a fare un salto nel buio, passando dalla sola teoria alla sola pratica in un giorno solo.

Lavorare con dignità

L’articolo potrebbe finire qui, perché una volta che avrete acquisito le nozioni e le avrete trasformate in competenze avete tutto quello che vi serve per fare gli educatori cinofili… ma ci sono tanti modi per farlo, e senza la pretesa di avere la verità in tasca mi limito a sollevare alcune questioni che ritengo importanti.

Il mercato su cui si affaccia un nuovo educatore cinofilo ha una caratteristica su cui siamo più o meno tutti d’accordo: tantissima offerta (in crescita) a fronte di una domanda che, seppur in aumento, non è sufficiente per tutti. Inoltre, in questo mercato, ci sono tanti professionisti che lo fanno per passione come secondo lavoro, e sono disposti a rimetterci.

Allora come faccio a trovare il mio posto in questo mercato che è già tutto occupato, per di più da persone disposte a rimetterci? La classica risposta è: ormai che sono arrivato fin quì, pur di lavorare, mi toccherà fare un prezzo basso, addirittura più basso di chi è disposto a rimetterci, addirittura gratis.

Non sto condannando il fatto di lavorare gratis, anzi, è praticamente quello che ho suggerito nel paragrafo precedente. In questo paragrafo però stiamo parlando di lavoro, non più di formazione.

Allora è importantissimo sapere che il prezzo non è l’unico strumento per cui un cliente sceglierà di rivolgersi a noi. Esiste anche un altro parametro molto importante: la qualità.

Quindi, il mio suggerimento, in estrema sintesi, è questo: offri un servizio di qualità elevata a un prezzo elevato. Ne gioverai tu, ne gioveranno i cani e persino i proprietari.

Ecco quindi il lato positivo di questa faccenda: se dal punto di vista dei prezzi siamo davvero messi male, dal punto di vista della qualità siamo davvero messi bene (egoisticamente parlando). Per offrire un servizio molto migliore della media basta davvero poco. Ci credi che ci sono centri cinofili in cui non c’è un bagno? Queste cose, come mille altre, potrebbero sembrarti poco rilevanti, ma invece sono rappresentative del livello di cura che si ha nel servizio che mediamente viene offerto.

Quando scrivo “lavorare con dignità” mi riferisco quindi alla dignità economica, che da valore al vostro lavoro, e alla dignità di sapere che state offrendo il miglior servizio possibile.

Investire sul proprio futuro

Con questo trafiletto non mi riferisco solo all’importanza di una formazione continua, di coltivare le relazioni con gli altri professionisti e di prendersi cura dei propri clienti nel lungo periodo.
Mi riferisco anche al fatto che le cose cambieranno nel giro di pochi anni.

Il cane è la specie con cui ci siamo co-evoluti , siamo un binomio inscindibile che sopravviverà a qualsiasi trasformazione tecnologica o culturale. E sarà sempre più importante l’intervento di esperti che aiutino i proprietari a vivere a pieno questa relazione.
Quello che non sopravviverà invece è il modo approssimativo, non regolamentato e non tassato di fare questo lavoro. Investire sul proprio futuro, per me, significa fare in modo che questo cambiamento avvenga il più rapidamente possibile (questo articolo è parte del mio sforzo per andare in questa direzione) e allo stesso tempo fare in modo di trovarci dalla parte giusta della barricata che nascerà tra i professionisti e gli hobbysti.

Quello che ha fatto la differenza per me

In questo articolo ho tracciato un percorso ipotetico, per astrarre quello che secondo me potrebbe essere il sentiero “giusto” da seguire per chi vuole fare questa professione.
Non posso negare che nel mio caso ci sono state tante altre cose molto importanti che hanno contribuito a far sì che mi sia potuto mantenere con questo lavoro da ormai più di un anno.

Avere una passione per il marketing mi è utile, anche avere competenze (seppur a livello amatoriale) come grafico e web designer mi è molto utile. La voglia di mettermi in gioco in percorsi e servizi non convenzionali è stata indispensabile! Anche la testardaggine nel non farmi scappare nemmeno la più piccola delle opportunità che mi si presentavano, nonostante la fatica che costava perseguirle. Per cui vi consiglio di cominciare il prima possibile a interessarvi a questi argomenti legati in modo più o meno diretto al vendere e all’intraprendere. Personalmente io utilizzo il tempo che passo in macchina (più di due ore al giorno di media) ad ascoltare esperti che parlano di questi argomenti nei loro podcast. Se anche te passi parecchio tempo in macchina o nei mezzi pubblici te lo consiglio vivamente.

Quello che invece non ha fatto la differenza per me: avere un cane che fosse un biglietto da visita. Questo articolo spiega perfettamente i motivi e non ho bisogno di aggiungere altro.

Pensieri

Ci sono davvero tante cose di cui non ho parlato. Per dirne una non ho considerato il percorso di chi lascierebbe un posto fisso per diventare educatore cinofilo a tempo pieno. C’è un motivo per cui non ne ho parlato: ne consco tanti che ci stanno provando ma non conosco nessuno che l’abbia fatto davvero. Ma so che ne esistono tanti, e sarebbe bello avere tra i commenti qualche testimonianza a riguardo.

Visto che è il primo articolo di pensieri che scrivo a proposito di cinofilia, mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensi. Con tutti i suoi difetti, l’hai trovato interessante? Ne leggeresti volentieri un altro o mi consigli di lasciar perdere?